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Giornate Europee del Patrimonio 2025
Condividere la Bellezza: la Chiesa di Santa Chiara si apre al teatro di comunità
Sabato 27 settembre 2025, ore 15:00 - 22:00
Cuneo, Ex Chiesa di Santa Chiara, via Savigliano, 12100 CUNEO
In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2025, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria Asti e Cuneo, in collaborazione con il Comune di Cuneo - Settore Servizi alla Persona - Cultura e la Compagnia Il Melarancio, offrirà al pubblico una visita speciale alla Chiesa di Santa Chiara, arricchita da una suggestiva reinterpretazione in chiave teatrale di un evento storico controverso.
Gli affreschi interni al monumento, come è noto, recentemente restaurati grazie a finanziamenti del Ministero della Cultura e risorse del Comune di Cuneo, saranno raccontati dai funzionari architetti che hanno direttamente svolto attività di alta sorveglianza nei riguardi di un bene tutelato di straordinario interesse storico-artistico e di particolare affezione per i cuneesi.
In attesa di proseguire con gli interventi di rifunzionalizzazione, necessari a garantire le attività dell’hub culturale Officina Santachiara di prossima apertura, Dispari Teatro offrirà tre brevi momenti performativi relativi alla narrazione romanzata dell’episodio della cacciata delle monache.
Il sito sarà aperto al pubblico nella giornata di sabato 27 settembre 2025, dalle ore 15.00 alle ore 22.00, con ingresso gratuito.
Sono previste visite guidate gratuite sui recenti restauri, condotte dai funzionari della Soprintendenza Stefania Manassero, Massimo Nappo, Loredana Fracchia e Simone Lerma (ore 15.30, 17.00, 20.30) e narrazioni teatrali, Pietro Rosano, su testo e regia di Gimmi Basilotta (ore 16.00, 17.30, 21.00).
Si compone così uno straordinario racconto corale, che rende bene l’idea della ricchezza e della dimensione diffusa del Patrimonio culturale italiano, dagli esempi più noti custoditi nei grandi musei alle meno conosciute eccellenze che ogni città può vantare e deve valorizzare. Con l’occasione si potranno scoprire i progetti elaborati in collaborazione con gli istituti periferici afferenti al Ministero della Cultura, ossia le Soprintendenze, al fine di rafforzarne lo stretto legame con i rispettivi territori e con le loro identità culturali.
Ingresso GRATUITO:
- visita libera gratuita dalle ore 15.00 alle ore 22.00
- visita guidata gratuita ore 15.30, 17.00, 20.30
- narrazione teatrale a cura della Compagnia Il Melarancio: ore 16.00, ore 17.30 e ore 21.00
CONTATTI REFERENTI UFFICIO
arch. Stefania Manassero SABAP-AL
Telefono: 0131229100
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
CO-ORGANIZZATORI:
Comune di Cuneo, Settore Servizi alla Persona - Cultura: 0171.444.811/815
Comune di Cuneo
Dispari Teatro/Compagnia Il Melarancio
https://www.facebook.com/compagnia.ilmelarancio/
Per consultare il Comunicato Stampa ufficiale CLICCA QUI
Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi di Casale Monferrato
Sabato 6 settembre 2025, ore 11:00
Il percorso espositivo sarà focalizzato sulle opere di Pietro Francesco Guala (1698–1757), che intrecciano ritrattistica e pittura sacra e profana, con particolare attenzione al prezioso ciclo dei ritratti dei marchesi Scarampi di Camino, scampato alla dispersione, attribuito al Ministero della Cultura, e infine restaurato grazie a un complesso intervento di reso possibile dall’azione congiunta del Ministero della Cultura, del Segretariato Regionale per il Piemonte, della Soprintendenza ABAP di Alessandria-Asti-Cuneo, del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino e della Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.
Per maggiori informazioni in merito CLICCA QUI
Museo Archeologico di Dertona (MA-DE)
18 luglio 2025, dalle ore 17:00
Attraverso l’archeologia, oggetti sepolti e dimenticati ritornano alla luce e raccontano storie dimenticate o delle epoche passate di cui sono testimonianza. Nel pomeriggio di venerdì 18 luglio 2025, le Nuove dall’antico offre la possibilità di conoscere gli ultimi aggiornamenti archeologici su Tortona, in particolare lo scavo archeologico universitario della chiesa medievale di Sant’Eufemia e i nuovi spazi museali. L’evento è organizzato in collaborazione tra Comune di Tortona e Museo Archeologico, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria Asti e Cuneo, Università del Piemonte Orientale, Diocesi di Tortona e Museo Diocesano, Convento dei Frati Cappuccini di Tortona.
A partire dalle ore 17, presso Palazzo Guidobono i curatori scientifici della sezione archeologica dei Musei Civici – Gian Battista Garbarino, funzionario archeologo della Soprintendenza ABAP-AL e Paola Comba, conservatrice del MA-De – accompagneranno il pubblico in una visita guidata durante la quale sarà illustrata la nuova parte del percorso museale: il “giardino archeologico” su via Valenzano, i resti delle domus di età imperiale nei sotterranei di Palazzo Guidobono e le due nuove sale dedicate al collezionismo civico ottocentesco e ai reperti recentemente restaurati. Ogni nuova tappa di allestimento non è una semplice operazione di scelta e sistemazione di oggetti, ma è un vero e proprio “scavo nei magazzini e negli archivi”, straordinaria occasione di riscoperta non solo dell’antichità di cui i reperti sono espressione, ma anche dell’epoca in cui tali oggetti sono stati raccolti e conservati per la prima volta.
La manifestazione proseguirà alle 18.30 presso il Convento dei Cappuccini dove, da qualche settimana, è in corso uno scavo archeologico di ricerca, realizzato in regime di concessione ministeriale da parte dell’Università del Piemonte Orientale sotto la direzione della prof.ssa Eleonora Destefanis. Da alcuni anni l’interesse dell’Ateneo (Dipartimento di Studi Umanistici) si è concentrato sull’antico monastero femminile di Sant’Eufemia i cui resti ancora sopravvivono all’interno del giardino conventuale. Dopo una campagna di prospezioni geofisiche realizzate alcuni anni fa, quest’anno si sono avverate la condizioni per riprendere gli scavi (l’area era già stata parzialmente indagata a inizio Novecento dalla Società Pro Iulia Dertona e poi tra anni Settanta e Duemila dalla Soprintendenza), grazie a un finanziamento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Lo scavo universitario UPO, condotto con il supporto della Società di Archeologia F.T. Studio, si configura come un cantiere -scuola e vede la partecipazione di 12 studenti che hanno potuto apprendere sul campo le metodologie di lavoro e formarsi così ad una futura attività professionale in ambito archeologico.
Ciò che sta emergendo è indubbiamente una scoperta di straordinaria rilevanza, non solo sul piano locale: le indagini, infatti, hanno riportato in luce una significativa porzione della cripta della chiesa abbaziale di XI secolo, addossata sui resti delle mura urbiche di epoca repubblicana, sfruttate come fondazione dei perimetrali. La cripta era notevolmente estesa al di sotto delle tre absidi del presbiterio e nel transetto, sostenuta da semicolonne che si conservano ancora a tutta altezza.
Durante la manifestazione, dopo una breve presentazione ospitata negli spazi dell’attuale convento, sarà possibile visitare lo scavo accompagnati dalla prof.ssa Destefanis e dai suoi collaboratori e studenti.
Le indagini di Sant’Eufemia si svolgono nel quadro di una intensa e proficua collaborazione tra istituzioni pubbliche e religiose consolidata da una Convenzione sottoscritta nel 2021 da Soprintendenza; Università; Provincia dei Cappuccini, e a breve in estensione alla Diocesi di Tortona, che impegna le Parti a cercare di garantire la futura valorizzazione di queste notevoli testimonianze nell’ambito del percorso archeologico urbano tortonese che, ovviamente, coinvolge le realtà museali cittadine (il Museo Archeologico Dertona e il Museo Diocesano).
MONTEROSSO GRANA (CN), Strada Provinciale 23, n. 6
Venerdì 20 Giugno 2025, dalle ore 11:30 alle ore 13:00
Si sono conclusi i lavori di restauro della Cappella di San Sebastiano di Monterosso Grana (CN), iniziati nel 2023 e finalizzati a risolvere le numerose e differenti criticità che compromettevano la conservazione del bene, caratterizzato da straordinari affreschi datati 1468 e attribuiti a Pietro da Saluzzo, meglio conosciuto come il “Maestro del Villar”. L’intervento di restauro e valorizzazione è stato finanziato sia dal Ministero della Cultura (contributi ministeriali in conto capitale, artt. 31-35-36 D.Lgs. 42/2004), sia dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo - Bando Patrimonio culturale 2020 - Fondo Emergenze.
Ingresso: gratuito
CONTATTI REFERENTI UFFICIO
Telefono: 0131.229100
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Link della struttura che ospita l’evento: https://comune.monterossograna.cn.it
Referente per l’ufficio dell’evento: arch. Stefania Manassero, SABAP-AL
COORGANIZZATORE: Comune di Monterosso Grana – Ufficio Tecnico – Settore Lavori Pubblici
PER IL PROGRAMMA DELL'EVENTO CLICCA QUI
Palazzo Vescovile
Piazza Duomo, 9 15011 Acqui Terme (Alessandria)
dal 15 aprile al 5 giugno 2025 dalle ore 17.00
Il ciclo di conferenze che prevede cinque appuntamenti, intende esplorare alcuni aspetti e momenti storici, architettonici e figurativi del patrimonio artistico e culturale diocesano con un taglio nuovo e inedito.
Ingresso: gratuito
CONTATTI REFERENTI UFFICIO
Telefono: 3408077323
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Link della struttura che ospita l’evento: www.diocesiacqui-piemonte.it
Referente per l’ufficio dell’evento: Massimiliano Caldera
COORGANIZZATORI: Ufficio Beni Culturali, Diocesi di Acqui (architetto Stella Pintore), tel. 346479088
Resta difficile e, per chi scrive particolarmente doloroso, perimetrare in poche righe che cosa abbia rappresentato Carla Enrica Spantigati (Alessandria, 1947 – Torino, 2025) per il patrimonio artistico piemontese e italiano: il rischio più scontato è quello di affastellare ruoli e funzioni, cariche e incarichi, libri e mostre per perdere di vista, nelle commemorazioni di circostanza, l’essenza stessa del suo impegno e, quel che è più importante, dei suoi insegnamenti. Perché, in definitiva, ciò che ci ha lasciato realmente in eredità è un altissimo magistero, che non è passato attraverso le aule universitarie, ma ha saputo raggiungere e accompagnare i suoi collaboratori nel cammino quotidiano del lavoro di tutela.
Dalla centralità dell’impegno scientifico e culturale alla preparazione tecnica sui restauri, dall’organizzazione degli uffici fino alla gestione dei rapporti istituzionali, non c’è praticamente aspetto dell’attività interna a una Soprintendenza storico-artistica, di cui Carla Enrica Spantigati non abbia saputo lasciare un modello paradigmatico e sempre attuale. Anche parole oggi comuni nella comunicazione ministeriale, come ‘valorizzazione’ o ‘managerialità’, erano per lei concetti ovvi e, ciò che più importa, calati nella realtà e nella cultura dell’ufficio, praticati ed applicati più che non teorizzati. Lo stesso ‘team building’ era per lei un fatto scontato e ovvio, anche quando il ‘team’ era di gestione quantomeno laboriosa. Basti ricordare le riunioni del giovedì, in cui i funzionari tecnici si riunivano e discutevano con lei problemi, situazioni, novità e progetti con un’ottica di condivisione degli obiettivi: la professionalità e l’autorità tecnica di Spantigati uscivano irrobustite ed arricchite in uno scambio continuo per il comune vantaggio.
Il cursus honorum di Spantigati inizia nel 1976 con il suo ingresso nei ruoli del Ministero presso la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici del Piemonte, con l’incarico della tutela per la provincia di Alessandria, sua città natale (dopo essersi iscritta all’Università di Milano, si era poi laureata a Torino). Le mostre e i relativi cataloghi di Inventario trinese (Trino Vercellese, 1980, con Amilcare Barbero) e diPio V e Santa Croce di Bosco. Aspetti di una committenza papale (Alessandria, 1985, con Giulio Ieni) sono ancora oggi insostituibili strumenti, anche e soprattutto metodologici, e, nello stesso tempo, ci parlano di un sistema di lavoro e di ricerca che affronta i temi territoriali, gettando le basi per catalogazioni e restauri, con una percezione realmente sistemica e integrata del bene culturale. Quando ancora non c’era scissione tra museo e territorio all’interno dell’amministrazione statale del patrimonio artistico, riceve nel 1982 anche l’incarico di seguire, in una stagione di gestione collegiale della Galleria Sabauda, le collezioni di pittura fiamminga e olandese; di qui, due importanti filoni di ricerca che accompagneranno Spantigati fino alla fine della carriera, destinati anche a sfociare anche in prestigiosi appuntamenti internazionali: le indagini sulla tavola con le Stimmate di San Francesco di Jan van Eyck e le ricerche sulle collezioni del principe Eugenio.
Nel 1995, vincitrice di concorso, Spantigati è Soprintendente per i beni artistici e storici per il Piemonte: da questo momento inizia per l’ufficio torinese un momento di grande sviluppo e di espansione, riuscendo a dialogare, sempre in modo costruttivo, con tutti i soggetti istituzionali. I progetti e i risultati conseguiti si moltiplicano: i restauri a palazzo Carignano, sede della Soprintendenza torinese, che gettano gli indispensabili presupposti per quella pubblica fruizione della residenza; il riordino delle collezioni della Galleria Sabauda e dell’Armeria Reale; il faticoso recupero di Villa della Regina, riscattata da un lungo e rovinoso abbandono: la residenza, una volta riaperta e riallestita, sarà la terza sede affidata in consegna all’ufficio; i restauri alla Reggia di Venaria e la nascita del Centro di Conservazione e Restauro, che sarà l’ultimo suo impegno nel fondare su basi articolate e ben strutturate l’azione della tutela in Piemonte anche dal punto di vista della formazione per i restauratori; l’impresa, per molti versi faticosa e difficile, del trasferimento della Galleria Sabauda dall’Accademia delle Scienze alla Manica nuova del palazzo Reale.
L’agire di Spantigati non si è però fermato nei grandi progetti ed è nota la puntiforme attenzione, dedicata, al fianco dei funzionari, ai problemi della tutela territoriale, risolvendo sempre con un’indicazione o un consiglio le situazioni più complesse oppure appoggiando, sempre con entusiasmo, tutte le iniziative culturali – volumi, studi, convegni, mostre – che crescevano in ogni angolo del Piemonte, senza gerarchie e senza smanie di presenzialismo: per lei avevano lo stesso peso tanto la mostra per la riapertura della Reggia di Venaria, quanto la nascita del Museo di Arte Sacra di Acceglio. Testimoniano, infine, il suo ininterrotto interesse per Alessandria e la sua provincia non solo l’aver seguito in prima persona alcuni importanti appuntamenti, come la riapertura dei Musei Civici di Casale (1998) o il restauro della cappella del Paradiso nel Sacro Monte di Crea, ma anche la direzione scientifica nella collana delle monografie, edite dalla Cassa di Risparmio (poi Fondazione CRA) e dedicate alle principali emergenze monumentali ed artistiche del territorio, ancora oggi un passaggio ineludibile per le ricerche storico-artistiche locali. Senza dimenticare l’appoggio sostanziale che ha dato, ormai in pensione, alla mostra Alessandria scolpita (Alessandria, 2019).
Proprio negli ultimi anni il Ministero la chiama a un compito che ha del sovrumano: accanto alla Soprintendenza di Torino e al Centro di Restauro appena costituito, Spantigati deve così reggere, con un interim, anche l’ufficio di Milano, nel momento in cui sta nascendo la Grande Brera. Non so quanti oggi ricordino che l’avvio di un progetto così complesso e importante per il panorama museale italiano sia partito proprio da lei e dalla sua straordinaria capacità scientifica e organizzativa. La sua settimana, negli ultimi anni della sua attività, era così scandita: il lunedì e il martedì a Torino, il mercoledì e il giovedì a Milano, il venerdì a Venaria. Un’agenda terrificante affrontata con generosa disponibilità fino al collocamento a riposo, giunto quasi inaspettatamente - per le continue modifiche della soglia di età pensionabile - all’inizio del 2010, quando ancora tanto, in termini di esperienza e di competenza, avrebbe potuto dare.
E l’elegante, definitiva discrezione con la quale è uscita di scena è stata l’ultima impareggiabile lezione che ci ha lasciato.
Un ricordo di Massimiliano Caldera
a nome del personale Sabap AL –AT CN
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